La prima tappa consiste nel sapere ciò che distingue un corpo vivente da un cadavere. In che cosa differiscono?
Quando qualcuno muore, l'anima spirituale, cioè la forza vivente, lascia il corpo e per questo motivo si dice che il corpo è morto. Vi sono quindi due elementi: il corpo e la forza vivente all'interno del corpo.
Ciò che a noi interessa è la forza vivente; questo interesse è ciò che distingue la scienza della Coscienza di Krishna, che è spirituale, dalla scienza comune, che è materiale. [...]
L'uomo comune deve cominciare col capire di essere un'anima spirituale, o almeno qualcosa di diverso dal corpo".
E arriverà a capirlo anche subito, se vuole, "ma occorre una certa intelligenza".
"Prendiamo l'esempio di un bambino che cresce e diventa ragazzo, poi giovane, poi adulto e infine vecchio. Nel corso di questa evoluzione, benché il suo corpo passi dall'infanzia alla vecchiaia, egli si sente sempre la stessa persona, è consapevole di mantenere sempre la stessa identità.
Il corpo cambia, ma chi lo occupa, l'anima, resta lo stesso. Possiamo così concludere, in tutta logica, che alla fine di questo corpo dovremo rivestirci di un corpo nuovo.
Questo è ciò che si chiama trasmigrazione dell'anima."
Questo è ciò che si chiama trasmigrazione dell'anima."
Nei Veda (e precisamente nella Bhagavad-gita), vi è scritto:
"Per l'anima non c'è né la nascita né la morte. Esiste e non smette mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore."
"Bisogna avere le qualità per tornare a Dio nel corso della vita, solo in questo caso si può tornare a Dio. Altrimenti si deve riprendere un corpo materiale, ed esistono 8.400.000 differenti tipi di corpi. Per opera delle leggi della Natura, ciascuno riceve un corpo particolare, secondo i suoi desideri e il suo karma."
"Dobbiamo capire che siamo anime spirituali e che di conseguenza cambiamo corpo. Questo è l'ABC della realizzazione spirituale. Quando l'esistenza del corpo finisce e il corpo è distrutto, per noi non è la fine: ci rivestiamo di un corpo nuovo come cambiamo una giacca o una camicia. Supponiamo che domani tu indossi una camicia e una giacca differenti, ciò significa che sei una persona differente? Certamente no. Così, ogni volta che moriamo, cambiamo corpo, ma noi - anime spirituali all'interno del corpo - rimaniamo gli stessi."
E' necessario che la gente rivaluti l'importanza della vita spirituale.
"L'ignoranza oggi colpisce tutti; la gente si culla nell'illusione quando crede che tutto abbia fine con la fine del corpo".
Bisogna capire "che noi non siamo il corpo, poiché il corpo è solo un abito simile a quello che si indossa, ma viviamo all'interno di questo corpo".
Le nostre azioni determinano la nostra vita dopo la morte e la nostra prossima vita è stabilita dalle leggi della Natura. Vediamo come avviene questa trasmigrazione.
"Si tratta di un processo estremamente sottile: l'anima spirituale, infinitesimale, è invisibile all'occhio materiale. Quando il corpo grossolano - formato di sensi, sangue, ossa, grano, ecc. - è distrutto, il corpo sottile - mente, intelligenza e falso ego - continua a funzionare e, al momento della morte, questo corpo sottile porta l'anima infinitesimale in un altro corpo grossolano. [...]
All'istante della morte, l'anima spirituale infinitesimale, portata da un seme maschile, prende rifugio nell'utero di una femmina che le dà un corpo; questo corpo può essere quello di uomo, di cane, di gatto o di qualsiasi altra specie."
Ciò significa che noi esistevamo già in un'altra forma prima di questa vita e torniamo ogni volta in una forma nuova "perché siamo eterni".
"E' solo il corpo che cambia in funzione delle nostre attività. Di conseguenza, dobbiamo aspirare a conoscere il modo per mettere fine a questo ciclo, cioè il modo per ritrovare il nostro corpo spirituale originale. [...]
Dio ci dice: 'Chi Mi comprende così come sono è liberato dal ciclo di nascite e morti'.
Ma non si può comprendere Dio con la speculazione intellettuale; è impossibile. Ci si deve prima elevare al livello spirituale, poi si acquisisce l'intelligenza necessaria per comprenderLo. E la persona che comprende Dio non dovrà mai più riprendere un corpo materiale, ma tornerà alla sua dimora originale per vivere eternamente accanto a Lui senza più cambiare corpo".
Il canto del mantra Hare Krishna è il mezzo più semplice per purificare l'intelligenza, che si apre allora alla comprensione di ciò che riguarda la spiritualità.
La filosofia della Coscienza di Krishna può modificare il nostro modo di vivere "liberandoci dalla sofferenza".
"L'uomo soffre perché commette l'errore di credersi il corpo. Se tu ti identificassi col vestito che porti e lo lavassi con cura, ma ti dimenticassi di mangiare, saresti felice? No, non lo saresti.
L'uomo di oggi non fa altro che lavare l'abito, il corpo, ma dimentica l'anima che vive nel corpo, anima di cui non ha alcuna conoscenza. [...]
La civiltà attuale è basata sul falso concetto che il corpo è il vero Sé, ma questa è la mentalità dei gatti e dei cani. Se lasciamo che l'uomo rimanga nell'oscura mentalità del cane e diciamo che la civiltà è in progresso, ci sbagliamo completamente. [...]
Supponiamo di avere un'automobile. Ce ne prendiamo cura come di noi stessi, ma non per questo ci identifichiamo con l'automobile. Non diremmo mai: 'Io sono la mia automobile', sarebbe assurdo. Eppure questo è proprio ciò che fa l'uomo: dà troppa importanza al 'veicolo' fisico perché s'identifica con esso. L'uomo dimentica di essere un'anima spirituale, destinata a ben altro. Come nessuno proverebbe soddisfazione a bere benzina, così nessuno troverà soddisfazione unicamente nelle attività del corpo. Bisogna trovare il nutrimento adatto all'anima. Chiunque pensasse: 'Sono un'automobile e ho bisogno di benzina' sarebbe considerato pazzo. E pazzo è anche chi s'identifica col corpo e crede di trovare la felicità nei piaceri materiali."
Il benessere fisico, poi, segue automaticamente il benessere spirituale.
Vediamo ora quali sono le fasi che si attraversano nel corso della vita spirituale.
"Il primo passo è la curiosità [...] ed è l'inizio. Poi, se siamo seri, cercheremo la compagnia di quelle persone che coltivano questa conoscenza. Cercheremo di capire i loro sentimenti. Poi penseremo: 'Perché non fare come loro?'. E quando vivremo come vivono loro, tutte le nostre perplessità scompariranno subito. La fede si rinforzerà e svilupperemo un gusto reale per la Coscienza di Krishna. [...]
Si raggiunge allora la realizzazione spirituale propriamente detta, e infine l'amore per Dio, la perfezione. Ecco una religione perfetta, a differenza del rituale 'io credo, tu credi'. In quest'ultimo caso, non si tratta di religione ma d'inganno. La vera religione consiste nello sviluppare in sé l'amore per Dio: questa è la perfezione di ogni religione".
Tali insegnamenti sono riportati all'interno del testo "La Scienza del Sé - L'autorealizzazione", edito da The Bhaktivedanta Book Trust.
(C) 2018-2022 Gianluca Di Napoli - Tutti i diritti riservati - All rights reserved
E' necessario che la gente rivaluti l'importanza della vita spirituale.
"L'ignoranza oggi colpisce tutti; la gente si culla nell'illusione quando crede che tutto abbia fine con la fine del corpo".
Bisogna capire "che noi non siamo il corpo, poiché il corpo è solo un abito simile a quello che si indossa, ma viviamo all'interno di questo corpo".
Le nostre azioni determinano la nostra vita dopo la morte e la nostra prossima vita è stabilita dalle leggi della Natura. Vediamo come avviene questa trasmigrazione.
"Si tratta di un processo estremamente sottile: l'anima spirituale, infinitesimale, è invisibile all'occhio materiale. Quando il corpo grossolano - formato di sensi, sangue, ossa, grano, ecc. - è distrutto, il corpo sottile - mente, intelligenza e falso ego - continua a funzionare e, al momento della morte, questo corpo sottile porta l'anima infinitesimale in un altro corpo grossolano. [...]
All'istante della morte, l'anima spirituale infinitesimale, portata da un seme maschile, prende rifugio nell'utero di una femmina che le dà un corpo; questo corpo può essere quello di uomo, di cane, di gatto o di qualsiasi altra specie."
Ciò significa che noi esistevamo già in un'altra forma prima di questa vita e torniamo ogni volta in una forma nuova "perché siamo eterni".
"E' solo il corpo che cambia in funzione delle nostre attività. Di conseguenza, dobbiamo aspirare a conoscere il modo per mettere fine a questo ciclo, cioè il modo per ritrovare il nostro corpo spirituale originale. [...]
Dio ci dice: 'Chi Mi comprende così come sono è liberato dal ciclo di nascite e morti'.
Ma non si può comprendere Dio con la speculazione intellettuale; è impossibile. Ci si deve prima elevare al livello spirituale, poi si acquisisce l'intelligenza necessaria per comprenderLo. E la persona che comprende Dio non dovrà mai più riprendere un corpo materiale, ma tornerà alla sua dimora originale per vivere eternamente accanto a Lui senza più cambiare corpo".
Il canto del mantra Hare Krishna è il mezzo più semplice per purificare l'intelligenza, che si apre allora alla comprensione di ciò che riguarda la spiritualità.
La filosofia della Coscienza di Krishna può modificare il nostro modo di vivere "liberandoci dalla sofferenza".
"L'uomo soffre perché commette l'errore di credersi il corpo. Se tu ti identificassi col vestito che porti e lo lavassi con cura, ma ti dimenticassi di mangiare, saresti felice? No, non lo saresti.
L'uomo di oggi non fa altro che lavare l'abito, il corpo, ma dimentica l'anima che vive nel corpo, anima di cui non ha alcuna conoscenza. [...]
La civiltà attuale è basata sul falso concetto che il corpo è il vero Sé, ma questa è la mentalità dei gatti e dei cani. Se lasciamo che l'uomo rimanga nell'oscura mentalità del cane e diciamo che la civiltà è in progresso, ci sbagliamo completamente. [...]
Supponiamo di avere un'automobile. Ce ne prendiamo cura come di noi stessi, ma non per questo ci identifichiamo con l'automobile. Non diremmo mai: 'Io sono la mia automobile', sarebbe assurdo. Eppure questo è proprio ciò che fa l'uomo: dà troppa importanza al 'veicolo' fisico perché s'identifica con esso. L'uomo dimentica di essere un'anima spirituale, destinata a ben altro. Come nessuno proverebbe soddisfazione a bere benzina, così nessuno troverà soddisfazione unicamente nelle attività del corpo. Bisogna trovare il nutrimento adatto all'anima. Chiunque pensasse: 'Sono un'automobile e ho bisogno di benzina' sarebbe considerato pazzo. E pazzo è anche chi s'identifica col corpo e crede di trovare la felicità nei piaceri materiali."
Il benessere fisico, poi, segue automaticamente il benessere spirituale.
"Il primo passo è la curiosità [...] ed è l'inizio. Poi, se siamo seri, cercheremo la compagnia di quelle persone che coltivano questa conoscenza. Cercheremo di capire i loro sentimenti. Poi penseremo: 'Perché non fare come loro?'. E quando vivremo come vivono loro, tutte le nostre perplessità scompariranno subito. La fede si rinforzerà e svilupperemo un gusto reale per la Coscienza di Krishna. [...]
Si raggiunge allora la realizzazione spirituale propriamente detta, e infine l'amore per Dio, la perfezione. Ecco una religione perfetta, a differenza del rituale 'io credo, tu credi'. In quest'ultimo caso, non si tratta di religione ma d'inganno. La vera religione consiste nello sviluppare in sé l'amore per Dio: questa è la perfezione di ogni religione".
Tali insegnamenti sono riportati all'interno del testo "La Scienza del Sé - L'autorealizzazione", edito da The Bhaktivedanta Book Trust.
(C) 2018-2022 Gianluca Di Napoli - Tutti i diritti riservati - All rights reserved
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